Mi dissanguo in arcobaleni

Tutti sanno il colore della primavera;

ma pochi sanno di che tonalità sia

il suo sangue.

Sono sangue di primavera.

Sono nero, di pianto soffocato

di piombo che assassina

di terra mitragliata

da una pioggia innamorata

che viola di corvi, poi abbandona.

Coagulo in rosso, di lampo

che non cessa, di dolore che trapassa,

di vino su due labbra

che poesia scrivono addosso.

Mi spoglio nel bianco, di nuvole

negli occhi, di fame nella bocca,

di fiori di panna, di neve che riscalda.

Sfumo nel verde, verde rubato al verde,

agli zingari felici,

agli occhi che si amano,

alle pietre ferite,

alle speranze di rivoluzione

nel pugno di una mano.

Sbiadisco in giallo autunno,

in città dai vicoli dorati,

in pulcini spiumati,

in girasoli che vivono

per un sole che non li guarda più.

Mi spaventa il grigio.

Lo sguardo avvolto in quel manto,

la cenere, i pianti,

il vento che tormenta,

una carcere nell’ombra.

Sono sangue di primavera, e posso

morire senza morire

annegare nel tuo abisso

e nel buio scolorire.

3 risposte a "Mi dissanguo in arcobaleni"

      1. Appena ho letto “vento” nel tuo post, mi è tornato in mente il titolo di questo film. 🙂
        Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Grazie per la risposta, e buon fine settimana! 🙂

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